Questo
è
il
formato
che
sorclassò
rapidamente
il
Super
8mm
a
partire
dai
primi
anni
80.
La
prima
ditta
di
vhs
che
commercializzò
i
film
d’animazione
Giapponesi
fu
la
gloriosa
I.T.B.,
seguita
dalla
GVR.
La
prima
riverso’
quasi
tutti
i
film
d’animazione
arrivati
in
Italia
,
la
seconda
commercializzò
anche
alcune
puntate
di
serie
robotiche
di
spicco
dell’epoca
quali
Zambot3
Daikengo
e
God
zigma.
Naturalmente
in
seguito,
si
aggiunsero
molte
altre
ditte
che
produssero
numerose
videocassette,
oggi
rarissime
e
di
grande
valore
collezionistico,
una
tra
tutte
la
Cineholliwood,
che
produsse
Mazinga
contro
gli
ufo
robot
e
Gli
ufo
robot
contro
gli
invasori
spaziali,
la
Cinelux,
la
Durium, l’universal e molte altre.
Ma cerchiamo di capire intanto cosa è il formato in questione…
Il
Video
Home
System,
comunemente
noto
con
l'acronimo
VHS,
è
un
sistema
di
videoregistrazione
standard
in
formato
analogico
su
supporto
a
nastro
magnetico.
In
origine
la
sigla
era
l'abbreviazione
di
Vertical
Helicoidal
Scan
(scansione
verticale
elicoidale),
tecnica
utilizzata
per
la
registrazione
e
la
lettura
delle
tracce
video
su
nastro,
basata
su
testine
montate
su
un
tamburo
rotante
inclinato
rispetto
alla
direzione
di
scorrimento
del
nastro.
Alcune
fonti
riportano che il nome in origine significasse Victor Helicoidal Scan.
Sviluppato
negli
anni
'70
e
anni
'80
dalla
compagnia
giapponese
Victor
Company
of
Japan,
venne
largamente
impiegato
per
la
distribuzione
cinematografica
per
il
mercato
casalingo
e
per
la
visione
e
registrazione
di
contenuti video in ambito domestico fino agli anni 2000.
Storia
Una videocassetta VHS
Il lancio sul mercato
Nel
1976
la
JVC
presentò
il
sistema
VHS,
che
divenne
uno
standard
per
la
registrazione
su
nastro
e
la
riproduzione
di
filmati
analogici
mediante
videoregistratore
(in
inglese
video
cassette
recorder,
in
sigla
VCR):
la
sua
dimensione
era
1/2'.
Tale
apparecchio,
di
dimensioni
ridotte
ma
molto
facile
da
utilizzare
grazie
all'impiego
delle
videocassette,
diventò
il
sistema
più
utilizzato
in
ambito
domestico
-
non
certo
per
la
sua
qualità,
(solo
240
linee
rispetto
alle
600
linee
a
25
fotogrammi
trasmesse
e
riprodotte
dai
TV
a
tubo
catodico)
ma
per
la
sua
modalità
di
diffusione
-
mettendo
d'accordo
decine
di
produttori
e
distributori,
non
solo
di
apparecchi,
ma
anche
di
film
e
audiovisivi.
Il
fenomeno,
del
tutto
nuovo
nel
panorama
mondiale
dei
media,
avrà la portata di una significativa rivoluzione.
Secondo
voci
credibili[quali?],
il
sistema
VHS
(scansione
verticale
elicoidale)
venne
inizialmente
sviluppato
su
nastro
a
bobine
da
Sony,
che
poi
abbandonò
orientandosi
verso
il
Betamax,
che
si
diffuse
prima
del
VHS,
all'inizio
degli
anni
settanta,
in
contemporanea
con
il
professionale
U-matic,
che
utilizzava
una
scansione
sulle
testine
ad
U
(elicoidale
a
tamburo)
e
permetteva
una
registrazione
Broadcast
di
480
linee
su
nastro
3/4'
inserito
in
videocassetta,
risultando
ideale
per
le
registrazioni
Tv
esterne
(ENG).
Sembra
che,
per
recuperare
una
parte
degli
investimenti
sostenuti
in
ricerca
e
sperimentazione,
Sony
abbia
ceduto
alla
JVC
la
propria
quota
di
brevetti,
fondamentali per portare a compimento la realizzazione del VHS.
JVC,
per
favorire
la
conquista
del
mercato
mondiale
da
parte
del
proprio
sistema,
cedette
la
licenza
di
fabbricazione
del
VHS
a
un
ampio
numero
di
altri
costruttori
asiatici.
Se
il
primo
effetto
fu
quello
di
perdere
una
quota
di
mercato
a
favore
dei
concorrenti,
ben
presto
la
diffusione
dei
videoregistratori
VHS
a
basso
costo
portò
il
sistema
JVC
a
dominare
il
mercato,
relegando
il
tecnicamente
migliore,
ma
più
costoso,
Betamax
ad
una
distribuzione
d'élite,
con
la
scomparsa
delle
videocassette
Betamax
dai
negozi
di
film
per
l'home
video.
Sony
continuò
la
fabbricazione
Betamax
solo
per
lo
standard
Broadcast
Betacam
SP,
che
aveva
necessità
di
nastri
più
affidabili,
di
alta
qualità
e
resistenza,
vista
la
doppia
velocità
richiesta
per
ottenere
le
600
linee
di
registrazione,
il
massimo
della
qualità
che
un
televisore con tubo catodico poteva ottenere all'epoca.
Il
VHS
utilizza
cassette
da
1/2"
che
possono
registrare
fino
a
180'
(tre
ore)
se
dotate
di
nastro
standard
e
fino
a
240'
(quattro
ore)
se
contenenti
nastro
sottile;
per
un
breve
periodo
è
stato
prodotto
da
BASF
anche
un
nastro
da
300'
(cinque
ore)
estremamente
sottile,
ma
rivelatosi
troppo
delicato
e
fragile.
Pertanto,
volendo
utilizzare
il
VHS
per
registrare
su
un
nastro
di
buona qualità, occorrono videocassette con durata massima di 180'.
A
partire
dal
1982
JVC
lanciò
con
Panasonic
il
VHS-C,
dove
C
sta
per
Compact,
un
sistema
con
una
cassetta
grande
un
terzo
di
quella
VHS.
Si
trattava
della
risposta
al
Video8
della
Sony,
che,
grazie
alle
cassette
di
ridotte
dimensioni,
permetteva
la
realizzazione
di
telecamere
tascabili
chiamate
"handycam".
Un
particolare
adattatore
meccanico
venne
reso
disponibile
per
poter
vedere
e
registrare
un
nastro
VHS-C
anche
in
un
comune
apparecchio
VHS.
Dal
1984,
JVC,
Panasonic
ed
RCA
entrarono
con
il
formato
VHS
nel
mercato
broadcast
dei
camcorder
compatti
(videocamere),
con la capacità di registrare per 20 minuti in NTSC e 30 minuti in PAL.
Lo sviluppo tecnico ed i vari standard
Negli
anni
ottanta
i
videoregistratori
VHS
diventarono
stereofonici,
potendo
così
registrare
e
riprodurre
un
audio
di
migliore
qualità,
mantenendo
la
compatibilità
con
le
vecchie
cassette
monofoniche.
Nel
1985
JVC
introdusse
le
specifiche
VHS-HQ
(High
Quality),
che
prevedevano
una
serie
di
miglioramenti
nella
qualità
d'immagine
grazie
a
circuiti
di
riduzione
del
rumore
dell'immagine
e
miglioramento
del
contrasto
e
della
definizione.
Molti
produttori
si
opposero
a
queste
specifiche
per
via
dei
costi.
Alla
fine
JVC
deliberò
che,
per
poter
utilizzare
il
marchio
VHS-HQ
era
obbligatorio
utilizzare
il
circuito
"white
clip
extension"
più
uno
degli
altri
miglioramenti
a
scelta.
Alcuni
prodotti
di
punta
utilizzavano
comunque
tutte
le
migliorie
previste
dal
nuovo
standard
e
potrebbero
essere
definiti
"FULL
VHS-HQ".
Sempre
nel
1985
JVC
introdusse
grandi
miglioramenti
sul
fronte
dell'audio,
impiegando
un
sofisticato
sistema
di
riduzione
del
rumore
di
fondo
targato
Dolby.
Una
qualità
audio
molto
elevata
si
poteva
anche
ottenere
registrando
anche
l'audio
con
tecniche
simili
a
quelle
impiegate
per
il
video;
molti
incominciarono
ad
utilizzare
questi
videoregistratori
VHS
Hi-Fi
per
registrazioni audio.
Negli
stessi
anni
venne
introdotta
la
modalità
LP
(long
play)
che
permetteva,
dimezzando
la
velocità
di
scorrimento
del
nastro,
di
raddoppiare
la
durata
di
registrazione,
decrementando
la
qualità
del
video
ma
non
dell'audio.
In
seguito
venne
introdotta
la
modalità
EP
(extended
play),
identica
all'LP
ma
ancora
più
accentuata,
che
riduceva
la
velocità
a
un
terzo
di
quella
normale
e
triplicava la durata di registrazione, peggiorando ulteriormente la qualità.
I nuovi modelli ed il declino
Agli
inizi
degli
anni
duemila
l'introduzione
nel
mercato
dei
DVD
registrabili
e
di
ulteriori
sistemi
di
registrazione
e
riproduzione
digitale
(hard
disk
e
memorie
flash)
ha
progressivamente
ridotto
la
fetta
di
mercato
del
VHS.
Nel
1999
JVC
introdusse
sul
mercato
le
D-VHS,
videocassette
digitali
ad
alta
definizione (720p - 1080i).
Il
VHS,
caduto
quasi
totalmente
in
disuso
nel
corso
del
primo
decennio
degli
anni
2000,
è
entrato
ufficialmente
tra
le
tecnologie
del
passato
nel
luglio
2016,
quando
l'ultima
azienda
rimasta
al
mondo
a
produrre
e
commercializzare
videoregistratori
VHS,
la
società
giapponese
Funai
Electric,
ne
ha
terminato
la
produzione.
La
società
ha
spiegato
che
la
decisione
è
stata
presa
a
causa
del
drastico
calo
delle
vendite
e
alla
difficoltà
nell'ottenere componenti da fornitori stanchi di lavorare in perdita.
Funai,
comunque,
ha
venduto
circa
750
000
videoregistratori
in
tutto
il
mondo
nel
corso
del
2015.
Ad
alimentare
la
domanda
negli
ultimi
anni
è
stata
la
vasta
comunità
di
appassionati
che
possiedono
ancora
grandi
collezioni di film in VHS.
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